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PARCHEGGIO NELLA STRADA PRIVATA DI UN CONDOMINIO: QUANDO è POSSIBILE?

La Corte di Cassazione ha confermato che un parcheggio nella via privata di casa è trattato come parcheggio pubblico


La ricerca di un parcheggio pubblico e accessibile liberamente è una delle sfide più ardue e scomode per chiunque voglia muoversi soprattutto nelle grandi città. Che sia per andare al lavoro, per presentarsi ad una visita o per una semplice cena al ristorante, il tempo che si perde in macchina per cercare posteggio può essere interminabile.

Molti furbetti approfittano della mancanza di controlli e di multe per lasciare la macchina dove gli pare e piace, anche occupando i posteggi riservati agli abitanti di un condominio. Nonostante ciò, non in tutte le situazioni i parcheggi privati rimangono tali.

Può essere sorprendente sapere che utilizzando un parcheggio privato, situato in prossimità di una strada condominiale, come se fosse un parcheggio pubblico si può non incappare in alcun tipo di sanzione. Per conoscere i casi e le possibilità di parcheggio è meglio rivedere la definizione giuridica di quest’ultimo.


  1. Cosa si intende per parcheggio pubblico?

  2. Parcheggio pubblico e parcheggio privato: le differenze

  3. Occupare un parcheggio privato: quando è reato?

  4. Parcheggio nella via privata di casa: la sentenza della Cassazione

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    1. Quanto si può sostare in un parcheggio pubblico?

    2. Cosa vuol dire parcheggio privato ad uso pubblico?


Cosa si intende per parcheggio pubblico?

Per capire meglio la fattispecie dell’utilizzo di un parcheggio “libero” di una proprietà privata da parte di chiunque, è necessario rinfrescare la memoria ricordando la definizione che offre la Treccani: il parcheggio è la sosta di un veicolo in uno spazio consentito o in zone riservate dall’autorità competente, per un determinato periodo di tempo.

Parlando di parcheggio pubblico ci si vuole riferire più specificamente a quelle aree di sosta di amministrazione comunale offerte a chiunque necessiti di posteggio per un dato periodo di tempo. Il nome stesso ricorda il posizionamento di questi posteggi in spazi pubblici e, oltre a ciò, le altre caratteristiche per cui si possono contraddistinguere sono il livello a cui sono posizionati (in superficie o sotterranei) e la gestione degli accessi (parcheggio libero o parcheggi custoditi, per esempio in un centro commerciale).


Parcheggio pubblico e parcheggio privato: le differenze

Le norme di urbanistica e edilizia immobiliare prevedono l’obbligatorietà di un certo numero di parcheggi pubblici e parcheggi privati distribuiti equamente negli spazi urbani. Entrambi con lo stesso ruolo da svolgere, differiscono principalmente per la disciplina che li regola.

Si definiscono parcheggi pubblici le opere di urbanizzazione primarie che, al pari degli spazi pubblici e del verde pubblico, devono garantire uno sviluppo del territorio equilibrato e ordinato, oltre a ridurre il carico urbanistico.


Risulta diversa, invece, la disciplina che regola i parcheggi privati, che consistono in una proprietà privata degli abitanti di unità condominiali e residenziali legati da un vincolo pertinenziale con l’immobile. Pur svolgendo la medesima funzione di alleggerimento del carico urbanistico e del miglioramento della viabilità, gli spazi di parcheggio privati si distinguono per la distribuzione rapportata ai metri cubi di unità immobiliare e per il regime proprietario.

Inoltre, solo con una richiesta di occupazione del suolo pubblico per parcheggio privato inoltrata al Comune si può ricevere il permesso su un parcheggio scoperto davanti casa su area pubblica, riservato al richiedente ma giuridicamente accessibile da chiunque.


Occupare un parcheggio privato: quando è reato?

Cosa succede quando parcheggi in un parcheggio privato? La domanda sembra quasi essere ironica ma in realtà la risposta non è scontata. La prassi vuole che parcheggiare in un posteggio presente in un’area privata è consentito e non porta nemmeno ad una multa per divieto di sosta in proprietà privata, in quanto si tratta di uno spazio che non appartiene alla pubblica amministrazione e non ammette quindi l’intervento di un vigile.

Non sempre, però, ci si può servire di spazi adiacenti a delle unità immobiliari come fossero un parcheggio pubblico. Due casistiche particolari portano al riconoscimento di reati:

  • ostruzione voluta dell’accesso o dell’uscita: posteggiare davanti a un cancello o a un garage riduce la facoltà di libero movimento del proprietario di casa. Questo caso integra il reato di violenza privata, con sanzioni che arrivano fino al risarcimento dei danni più quattro anni di reclusione;

  • parcheggio in uno spazio privato segnalato da cartello o avviso: sussiste il reato di invasione di terreni ed edifici quando la sosta in un parcheggio privato di altri si prolunga oltre un certo tempo.

La situazione di prassi, nella quale sostare nel vialetto privato adiacente a un immobile è concesso come per un normale parcheggio pubblico, decade in presenza di un diritto di accesso carrabile.


Parcheggio nella via privata di casa: la sentenza della Cassazione

Una dimostrazione giudiziaria sulla possibilità di parcheggiare in una proprietà privata arriva da un caso giudicato dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha affermato come non si possa vietare in assenza di un passo carrabile fino all’immobile, che quindi sia in grado di stabilire il diritto di passaggio nel viale e il divieto di parcheggio per chi non gode del regime proprietario su quello spazio.

Questa conclusione è però da escludersi quando si parla di parcheggi abusivi in zone di proprietà privata e passo carrabile autorizzato (nemmeno i proprietari possono parcheggiarci davanti).

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